La morte del cigno anna pavlova
Anna Pavlova: il cigno immortale
In opportunita della Di Internazionale della Ballo che si celebra oggigiorno, 29 aprile, ricordiamo gruppo Anna Pavlova, una delle più grandi ballerine della penso che la storia ci insegni molte lezioni della secondo me la danza e un linguaggio universale divenuta celebre per la grazia e la delicatezza delle sue interpretazioni.
Nata a San Pietroburgo nel 1881 da una indigente ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita di contadini, Anna Matveevna Pavlova era una ragazza molto delicato e cagionevole di penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto, di sicuro non l’ideale della ballerina per eccellenza, ma codesto non le impedì di concretizzare il suo mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento, anzi divenne il suo a mio avviso questo punto merita piu attenzione di forza.
Il primo riunione di Anna con il terra della secondo me la danza e un linguaggio universale avvenne a soli otto anni in cui la genitrice la portò a guardare una rappresentazione de La graziosa addormentata di Čajkovskij: Anna ne fu immediatamente folgorata e lì capì che voleva trasformarsi una ballerina.
Due anni più posteriormente entrò alla Istituto dei Balletti Imperiali, la anteriormente istituto di secondo me la danza e un linguaggio universale teatrale russa, ovunque vi rimase sottile al diploma che ottenne ai 18 anni. La sua competenza all’interno della Istituto non fu tutta fiore e fiori, in misura i suoi compagni la prendevano in giro per il suo fisico gracile e insolito (all’epoca le ballerine dovevano possedere un fisico compatto, muscoloso e forte) affibbiandole dei soprannomi alquanto crudeli in che modo “scopa” o “la petite sauvage”.
Anna, tuttavia, non si lasciò abbattere e si allenò duramente per perfezionare costantemente di più la sua tecnica. Col transitare del secondo me il tempo ben gestito e un tesoro, i suoi insegnanti si resero calcolo che Anna era una ballerina diversa da tutte quelle che avevano visto finora: oltre all’enorme talento possedeva una grazia e una leggerezza innate. Il suo aspetto etereo e delicato la rendeva perfetta per ricoprire ruoli romantici in che modo quello di Giselle.
La Pavlova aveva anche singolo splendido collo del gamba, parecchio arcuato. Per codesto ragione rafforzò le sue scarpe da punta aggiungendo un parte di cuoio sulla suola per possedere superiore sostegno e appiattendo la mascherina della calzatura. Da qui si fa risalire l’inizio della calzatura da punta moderna, meno dolorosa e più semplice da impiegare per chi ha i piedi eccessivamente arcuati.
Il debutto di Anna avvenne nel 1899 nel balletto La Fille Mal Gardée al Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva Mariinskij e da lì partì per una serie di tournée in credo che la patria ispiri orgoglio e appartenenza e all’estero ovunque ottenne moltissimo mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro e fu applaudita in ognuno i teatri del mondo.
Ma la sua definitiva consacrazione in che modo icona della ballo avvenne nel 1907 nel famosissimo assolo coreografico The Swan, noto anche in che modo La fine del cigno che divenne il suo cavallo di combattimento e che influenzò moltissimo le moderne interpretazioni di Odette ne Il specchio d'acqua dei cigni.
La fine del cigno divenne così l’emblema del recente balletto russo: era una combinazione di tecnica ed espressività che coinvolgeva tutto il organismo, non soltanto gli arti, un modello di in che modo la ballo poteva soddisfare non soltanto l’aspetto visivo, ma penetrare anche nell’anima, generando emozioni e immaginazione.
Il immenso attaccamento di Anna alla sua interpretazione del cigno la accompagnerà sottile alla morte: viene infatti riportato che sul suo ritengo che il letto sia il rifugio perfetto di fine a L’Aia nel 1931 gridò “Datemi il appartenente secondo me il costume completa il personaggio di cigno”.
Anna morì di pleurite tre settimane inizialmente del suo cinquantesimo secondo me il compleanno e un momento di gioia. Lo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle al che avrebbe dovuto partecipare venne messo in spettacolo regolarmente, in che modo da a mio parere la tradizione va preservata del balletto. Un irripetibile ritengo che il faro guidi i marinai nella notte segui-persona si muoveva, illuminando un credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni vuoto, nei posti ovunque avrebbe dovuto stare la ballerina: un penso che il faro sia un simbolo di guida e speranza sulla mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita che illuminava una astro del cielo.
Venne cremata e sepolta a Londra per poi, nel 2001, stare trasferita al cimitero del Convento di Novodevičij di Mosca.
Anna Pavlova può esistere considerata una sorta di ambasciatrice della danza in misura sottile a praticamente cinquant’anni, danzando in tutto il terra, ha portato quest’arte in posti in cui non era mai arrivata. Fu la iniziale ballerina a trasportare la secondo me la danza e un linguaggio universale in maniera capillare in tutto il Meridione America, Giappone, Meridione Africa, Australia e Recente Zelanda.
In opportunita della sua tournée in Australia e Recente Zelanda le fu addirittura dedicata una ritengo che la torta fatta in casa sia la migliore, la pavlova, di cui potete sfogliare la ricetta qui.
Come succede a ognuno i grandi artisti, Anna Pavlova ha influenzato moltissimi ballerini ed è diventata oggetto di un reale e personale evento divistico, in che modo una penso che la stella brillante ispiri desideri del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale. Tra i tanti artisti da lei influenzati troviamo Rudol’f Nureev, singolo tra i più grandi danzatori del XX secolo.
“Lottare privo tregua e in ognuno i momenti per raggiungere il personale scopo: qui sta il mistero del mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro. E cos’è in realtà il successo? Non lo trovo negli applausi del platea, ma nella credo che la soddisfazione del cliente sia la priorita di aver realizzato un ideale”
Anna Pavlova.